Cenni sui mulini di Castelfranci

I MULINI: una storia di emancipazione del popolo

 
Nel 1700 un punto nevralgico dell'attività economico e sociale del piccolo borgo castellese era rappresentato dal Mulino Baronale, di proprietà dei Brancia, costruito sulla riva destra del fiume Calore.
Con l'abolizione dei privilegi feudali (1806) la commissione feudale concesse piena libertà di costruire mulini e strutture parate.

Nacque così, per volontà popolare il Mulino re la terra (chiamato anche Muliniello), alimentato dalle acque reflue del vallone re la Terra.
La portata d'acqua carente in molti periodi dell'anno ne compromise il funzionamento sin dall'inizio.
Seguirono una serie di petizioni popolari per via dei pesanti dazi e abusi dei padroni dell'unico mulino realmente operativo ovvero quello Baronale.
La svolta si ebbe nel 1833 con l'autorizzazione di Ferdinando II a costruire un nuovo mulino comunale.
Nel 1835 entrerà in funzione il Mulino di Baiano progettato dall'ingegnere Marino Massari, il quale nel 900 venne poi riconvertito in una centrale idroelettrica, una delle prime d'irpinia
Per approfondimenti: Castelfranci.com